Nel meeting di Cambiago, che ha coinvolto tutti i tecnici delle Nazionali, affrontati temi quali calendari, logistica, amministrazione, comunicazione, psicologia e prodotti tecnici.
ROMA – La tre giorni di Cambiago ha segnato un momento netto di discontinuità rispetto al passato, evidenziando gli elementi di novità del nuovo assetto tecnico, fortemente voluto dal presidente Dagnoni, dal segretario generale Tolu e da tutto il Consiglio federale.
Aver radunato in un’intensa tre giorni tutti i tecnici delle Nazionali con lo scopo di formare, formarsi ed elaborare progetti, sottende l’idea di realizzare un gruppo coeso, pronto a sostenersi, che adotta metodologie comuni e che lavora con un unico obiettivo. Elementi ripresi anche dalla dichiarazione conclusiva del presidente Dagnoni, che ha ricordato: “Se devo riassumere quanto fatto, penso a 3 parole inglesi: workshop, brainstorming e team building. Come Federciclismo abbiamo messo a disposizione tutti gli strumenti possibili. Vogliamo che i nostri tecnici, e di conseguenza gli atleti, siano messi nelle migliori condizioni per raggiungere gli obiettivi».
Del resto, come già diversi autorevoli commentatori hanno avuto modo di sottolineare all’indomani dell’annuncio dei nuovi tecnici delle Nazionali, il vero cambio di passo rispetto al passato risiede nell’introduzione di una nuova mentalità. Una mentalità che esalta il lavoro di squadra e allarga il concetto stesso di multidisciplinarietà, non più richiesta soltanto agli atleti, ma che parte anche dal lavorare a stretto contatto a livello di gestione tecnica. Per questo si è reso necessario realizzare l’abbattimento degli steccati, spesso operativi prima che personali, tra le diverse Nazionali che avevano contraddistinto gli ultimi anni.
La scelta della Federazione di mettere mano ad alcuni settori fino ad oggi in grado di assicurare un numero incredibile di medaglie (pensiamo in particolare al settore femminile e del paraciclismo) non nasce certo dalla volontà di smontare un sistema che in questi anni si è rivelato vincente. Ma dalla consapevolezza che per restare al passo con i tempi, per affrontare le sfide di un mondo sempre più competitivo, bisognava selezionare la parte vincente del sistema passato e limare, invece, quegli aspetti che ne hanno rallentato il pieno sviluppo.
Un gruppo dirigente, quello uscito dalle elezioni di febbraio, che ha avuto il coraggio di non cullarsi sugli allori (incredibilmente tanti in questa stagione, con 97 medaglie vinte, ad oggi, tra Olimpiadi, Mondiali e Europei, un record!) ma di provare a migliorare ancora, partendo da una serena analisi, senza lasciarsi abbacinare dai metalli vinti, che spesso fanno passare in secondo piano le cose che non funzionano.
La volontà di rendere più unito è coeso il gruppo dei tecnici delle Nazionali del ciclismo è la strada maestra imboccata dall’attuale federazione. La tre giorni di Cambiago, da questo punto di vista è stato il primo passo verso tale obiettivo. Il generale apprezzamento per quanto realizzato, legato alla capacità di affrontare temi importanti per la gestione quotidiana delle Nazionali, la profondità di programmazione (che ha permesso di gettare le basi per il prossimo anno di attività) e la delicatezza dei temi trattati, rappresentano a nostro avviso il miglior modo per iniziare la nuova avventura che porterà a Parigi. Coinvolgendo in questa anche quei settori che non saranno interessati direttamente. Un gioco di squadra che è la vera cifra distintiva del nuovo corso federale.
“Una buona governance – ricorda il segretario generale Tolu – si basa sulla condivisione e sulla collaborazione. Abbiamo fortemente voluto questo momento e i riscontri positivi ci permettono di iniziare il quadriennio con ottimismo e entusiasmo. Credo che alla base di ogni successo sportivo ci sia sempre un gruppo che agisce di squadra per la squadra.” (au)